In visita da Valcerasa - Bonaccorsi

La mia seconda vino-tappa in Sicilia è stata la vistia all’Azienda Agricola Alice Bonaccorsi-ValCerasa.

Non ero solo neanche questa volta. (In pratica in questo viaggi non c’è stato un giorno in cui ero solo nonostante sia partito da Roma, come faccio spesso, “in solitaria”.)
Dopo le tappe da Ciccio Sultano, da Corrado Assenza o da Marabino con Fabiana Gargioli e Mario - rientrati con il pargolo a Roma - mi ero questa volta dato un appuntamento a Linguaglossa lunedì 28 con altri due ragazzacci: Giovanni Scarfone e Salvatore Manno.

Da li ci siamo spostati a Solicchiatalungo la statale 120, a Cave Ox (ottima la carta dei vini) dove abbiamo mangiato bene e, soprattutto, abbiamo cominciato a bere bene con la Magnum del Valcerasa 2008 assieme ad Alice Bonaccorsi e Rosario Pappalardo . 
Finito il pranzo ci siamo poi spostati ovviamente in azienda, a sul versante Nord-Est del vulcano.

Passeggiavamo sotto al sole fra le vigne mentre Alice e Rosario mi raccontavano l’azienda, il loro voler esser fedeli ai vitigni autoctoni di nerello mascalese, nerello cappuccio e carricante che esprimono il territorio da cui provengono.
 

Alice segue l’azienda dal ‘96 cominciando, dopo la laurea in scienze agrarie, a dare una mano al padre Vincenzo che produceva vino per hobby, e portando così avanti la tradizione di famiglia.

Le vigne, ad un’altitudine che va tra i 700 e gli 800 metri slm, sono coltivate tradizionalmente ad alberello per permettere al vento di evitare che l’umidità ristagni, su un terreno ovviamente vulcanico di natura sabbiosa con scheletro prevalente e dunque difficili da lavorare ma particolarmente fertile.
 
Hanno un età media di 40 anni con una densità di impianto di 6000 piante per ettaro. La resa dell’uva è di circa 40 q.li e i trattamenti in vigna sono ridotti al minimo, talvolta, a zero. 

 
Finito il giro nelle vigne, un paio di tiri a canestro, un po’ di risate vedendo all’ingresso della cantina la bottiglia di un altro simpaticissimo produttore e poi dentro per gli assaggi da botte.
 
La loro prima vendemmia imbottigliata, in una cantina li vicino e con la consulenza dell’enologo Salvo Foti, è stata la 1997. Era un Etna rosso Doc Valcerasa che riscosse un notevole successo sia da noi che negli States.

Piano piano con gli anni sono cresciuti e non poco passando da 10.000 bottiglie a oltre 40.000 perché viste le potenzialità del prodotto, hanno acquistato altri vigneti, arrivando ad oggi ad oltre di 20 ettari di vigne.
 

Le escursioni termiche fra giorno e notte sono forti e la vendemmia solitamente si fa nella seconda metà di ottobre. Dopo la fermentazione, l’affinamento di 8/10 mesi è in piccole botti di rovere francese. 
 
Una bellissima visita. 
Chiacchierando di vino, del più e del meno assieme a splendide persone.

Sono queste le aziende che mi piace andare a trovare, in cui mi sento come fossi a casa mia.

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