La Borgogna da Giama

Nel 3d La Borgogna per miscredenti del forum degi indiani (dove si parla davvero di solo vino, senza polemiche, provocazioni e continui battibbecchi) per qualche mese si è parlato dei grandi Pinot Noir.

Per non restare solo sulla teoria, qualche mese fa è partita l'organizzazione della giornata La Borgogna da Giama per far approfondire agli indiani il tema Pinot Noir dal vivo.

Ho fatto il count-down da quando mi ero iscritto nella lista dei partecipanti.

E' stata una giornata indimenticabile.

Ospiti dal Magister Giancarlo Marino sabato scorso abbiamo trascorso 12 ore fra appassionati, per una degustazione guidata da Giancarlo stesso e Armando Castagno. Anche dal punto di vista "umano" è stata una piacevolissima giornata.

Ecco la recensione di Vancilea (Patricya) dei vini bevuti con me in glass sharing. I voti in rosso sono invece i miei, che possono o meno rispecchiare il giudizio di Vancilea.

1^ batteria- "dovendo abbinare bicchieri e palati, perchè non farlo imparando a conoscere denominazioni poco frequentate"

Monthelie 1er cru Sur la Velle 2001 - Chateau de Monthelie: fiori freschi, violette e gerbere. Chiude con sfumature dolci di ritorni di bon bon alla frutta. Un piccolo capolavoro di golosità. 89

Beaune 1er cru Les Cras 1992 - Chateau de Chorey: iniziale concentrazione di pomodoro, salmastro e salino, ancora nonostante non sia più un mostro di gioventù, piccoli frutti rossi. Chiude con un’idea di pastelli a cera. Il tannino lieve e con leggero sfondo amarognolo fa pensare a una diraspatura non totale o mancante, e forse a una maggiore longevità. 86

2^ batteria - "perchè se le bottiglie sono tutte a posto è una batteria che un amante della vera grande borgogna si sogna la notte"

Volnay 1er cru Champans 1995 – Voillot: viola e pesca a polpa bianca, mi piace la progressione gustativa dal morbido iniziale, arrivano acidità e salinità. Chiusura un po’ vegetale, da foglie di geranio, ma da bere a secchiate. 89

Volnay 1er cru Clos des Chenes 1996 – Lafarge: non mi fa impazzire, con una strana nota iniziale di peperone cotto al forno e di olive, stratificazione che si apre sul floreale, ma piuttosto amaro, di giglio. 84

Volnay 1er cru Santenots du Milieu 1999 – Lafon: ferroso, carbone vegetale e un po’ di smalto, morbido (troppo) e con tannino leggermente astringente. Finale di bocca amaro. 86

Pommard 1er cru Rugiens 1996 – Voillot: impronta di naso dolce, quasi cioccolatoso, fiori secchi, ruggine, incenso, zucchero filato e caramello. Alice nel paese delle meraviglie. 92

Pommard 1er cru Rugiens 1978 – Voillot: geranio, cannabis, sottobosco, ghiande ed ancora, nonostante l’età, frutta rossa. Con acidità spinta, tanta ruggine e un finale di tartara di carne. 95

Prime due batterie... andate... alla grande!

3^ batteria - "didattica pura. Nord, centro e sud di Nuits St. Georges per cogliere le differenze"

Nuits St. Georges 1er cru Clos de la Marechale 2007 – Mugnier: balsamico, speziatura di incenso, tocco lievissimo di cioccolato al latte, un po’ corto in bocca forse, con finale di marmellata di petali di rose. 89

Nuits St. Georges 1er cru Les St. Georges 2006 – Michelot: più tannino del precedente, più ruvido, asciutto, con meno acidità, glycine e ciliegia, con finale vegetale di felce. 88

Nuits St. Georges 1er cru Chaignots 2007 - Mugneret-Gibourg: speziatura di pepe, floreale di gerbera e rosa, elegante nei profumi ma con un tannino un po’ aggressive. 90

4^ batteria - "il miglior village di Gevrey "classico" in grande annata vicino ad un 1er cru di zona fredda e in annata da terroir"

Gevrey Chambertin 2005 - Claude Dugat: minerale piuttosto pesante, quasi di creta/fango, in bocca la fanno da padrone una decisa acidità e sensazioni amare, chiude piuttosto corto. 87

Gevrey Chambertin 1er cru Les Goulots 2006 – Fourrier: vino di bellissima grazia, con i must della Borgogna, dal floreale di glicine, roselline, al fruttato di ribes rosso, cannabis, tannino vellutato. 92

5^ batteria - "perchè Ponsot e Roumier vanno provati e la cosa migliore è farlo con vini "di mezzo" giunti a maturità"

Chambolle Musigny 1er cru Charmes 2001 – Ponsot: succo di frutta al lampone, manca di un filino di acidità e non ha uno spettro molto ampio. 88
Chambolle Musigny 1er cru Les Cras 2002 – Roumier: già evoluto su spezie orientali, non manca anche qui il postribolo di oppiacei. 90
6^ batteria - Il cuore (Engel) e la mente (Cathiard), cru freddo vs cru caldo, confronto dei manici nella stessa annata

Vosne Romanee 1er cru Les Brulees 2002 – Engel: non è un vino perfetto, con un po’ di volatile e del pomodorino appassito, legna arsa e scorza di arancia, però ha fascino. 94

Vosne Romanee 1er cru Malconsort 2002 – Cathiard: lo preferisco a Engel, per la potenza dei profumi, ma si dà troppo presto, tutto e subito. Ad aspettarli nel bicchiere sicuramente Engel è più lento e da vivere. N.d.r. entrambi finiti troppo presto. 95

7^ batteria - "Engel lo metterei anche a colazione. Le bottiglie stanno finendo, spero ve lo meriterete....Le altre didascaliche"

Richebourg 2007 - Hudelot-Noellat: glutammato, poi cera d’api, incenso, oppiacei, arancia, mandarino, limetta, cedro , olio di lavanda e olio di gelsomino. Praticamente un’acqua di colonia. 89

Grands Echezeaux 1995 – Engel: peccato, un brodo di pollo invalutabile, almeno nel mio bicchiere. s.v.

Echezeaux 2006 -Mugneret-Gibourg: noce moscata (se questo è legno, ci piace assai), giovanissimo, con profumo di fragolina di bosco. 90

Clos Vougeot 2001 – Engel: anche qui un po’ di glutammato, è ancora chiuso in se stesso, una leggera affumicatura e una compressione decisa. Sicuramente in fase di chiusura. Pazienza, sono abbastanza giovane. 93

8^ batteria - "per vedere se uno dei partecipanti si ricorda del Clos St. Denis bevuto 6 anni fa, perché il Clos de la Roche è didascalico, per valutare la maturità del Griotte Chambertin e perché Rousseau, oltre a essere buono e didascalico, sembrava un bel modo di concludere".

Clos St. Denis 2001 – Dujac: didascalico borgogna, floreale e speziato, l’uva non viene diraspata, e in tutto quest oil vino non ne risente affatto. 94

Clos de la Roche 1996 - Hubert Lignier: forse qui la traccia del legno è più evidente, nonostante sia un’annata non recentissima, ci sono liquirizia e caffè verde.

Griotte Chambertin 1991 - Domaine des Chezeaux: legna umida, ma la menta è lì che sbuffa dal bicchiere per tutto il tempo. 89

Chambertin Clos de Beze 2002 – Rousseau: abito da stilista. Ma il filo di ruggine fa da filo conduttore. 95

Chiuse le batterie, una mezz'oretta in attesa della cena.

Si riparte, per accompagnarla, con

Offida Pecorino Pistillo 2010 - Poderi San Lazzaro

Offida Pecorino 2009 - La Valle del Sole

Sancerre Clos La Nèore 2010 - Vatan

Sancerre Clos La Nèore 1995 - Vatan che merita la menzione d’onore per il vino degli angeli, impalpabile, per quanto sia muto al naso, tanto regala in bocca, non si nega in nulla, con una sferzata di acidità e una via lattea di profumi: inutile farne un elenco, è soltanto vino da provare, con il consenso degli angeli.

VdT Crichet Pajè 1982 - Roagna

Barolo Monvigliero 2004 - Burlotto

Sforzato Feudo dei Conti 2004 - Conti Sertoli Salis

Una giornata memorabile.

Commenti

Omar ha detto…
Spero che tu non abbia sputato nulla di tutto questo ben di Dio!
Grande degustazione!
xxx ha detto…
Ma non scherziamo neanche... finito tutto! fino all'ultima goccia! ... mi sono bevuto anche qualche sorso dal bicchiere che avanzava a Patricya!
Gabriele Ferrari ha detto…
E mi sembra giusto!

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