Fattoria di Lamole

Ad inizio settimana ho trascorso due giorni in Toscana. Peccato per il tempo, davvero brutto per la mia passione della fotografia … mi sono rifatto con le visite a produttori davvero validi.

Nel tardo pomeriggio di lunedì ho raggiunto per la mia prima volta la sottozona del “Chianti Classico”che mi mancava: Lamole, un borgo delizioso a pochi km da Greve in Chianti.

Una zona caratterizzata sin dal ‘400 della produzionedi vino e della produzione del Sangioveto di Lamole, o polveroso, da cui nacque poi il Sangiovese Grosso o Brunello. Non una zona qualunque quindi.La zona è fra i 600 e i 700 metri slm e, più salivo con la macchina, più rimanevo incantato dal verde che mi circondava. Un verde chiaro-scuro dato dai contrasti dalle vigne sui muri a secco, già tendenti al giallo, ai boschi di querce e castagni.
A Lamole, mi aspettava il proprietario dell’azienda Fattoria di Lamole, il Sig. Paolo Socci che avevo contattato per pianificare questa visita e conoscere meglio la sua azienda e i suoi vini che cominciano ad esser sempre più apprezzati nel mondo del vino.
Il suo nome me l’aveva consigliato un amico che l’aveva inserito in cima alla lista dei CC degustati ai banchi d’assaggio a Firenze nel maggio scorso.
(Da qui in poi mi prendo il permesso di eliminare il termine “Sig.” vista l’estrema cortesia con cui Paolo Socci mi ha accolto e messo ad estremo agio, sin dall’inizio, ndr).
Arrivato a Lamole sono salito subito sulla sua 4WD per cominciare a conoscere le sue vigne, soprattutto per scoprire le zone di particolare interesse e bellezza.Ci muoviamo lungo le strade sterrate o su e giù per le vigne ammirando le terrazze naturali (le lamulae), votate da secoli alla produzione di vino, affacciate sulla vallata del torrente Greve con Panzano di fronte e protette a nord-est dal monte San Michele e a sud-ovest dal Poggio delle Stinche che consentono l'ingresso soltanto al salubre vento di tramontana.

Paolo Socci divenuto nel 2003 unico proprietario della Fattoria, che appartiene alla famiglia da cinque generazioni, stà perseguendo il suo obiettivo: recuperare i vigneti storici sostituendo i filari verticali da est a ovest piantati 'a ritocchino' con i terrazzamenti sostenuti dai muri a secco in pietra utilizzati nel passato che servono anche ad evitare l'erosione del terreno. (mi hanno ricordato la Valtellina).I filari a rintocchino erano diretti da est a ovest offrendo il minimo di superfice fogliare ai raggi del sole pomeridiano, quando la temperatura si addolcisce e l'efficienza della fotosintesi raggiunge il massimo.

7km!! ricostruiti con gran fatica che hanno però già portato a ottimi risultati.
Dal vigneto Grospoli, iniziato nel 2003, il suo vino a bottiglie numerate ha già ottenuto infatti eccellenti recensioni.
Le vigne partono dai 450mt e arrivano sino ai 650mt, una zona decisamente alta, ed hanno una densità media d’impianto di
7.000 piante x Ha.
Molto caratteristici sono il fosso al centro del vigneto che agevola il deflusso delle acque (l'acquidoccio), i vecchissimi vigneti di piede franco e le vigne con filari obliqui per miglior esposizione.
Nella mattina di martedì dopo una lunga conversazione attorno al tavolo della bella colazione, Paolo Socci mi conduce nella piccola cantina, dalle mura spesse che permettono di mantenere la temperatura giusta sia d’estate che d’inverno.
Scendendo verso la cantina sono curiosi gli attrezzi storici, da non perdere le etichette storiche appese al muro e, nello scrittoio della Fattoria di Lamole, un Cabreo del 1772 che mostra la pianta del Castello delle Stinche e una sua immagine divenuta il marchio dell'azienda.

Ho degustato il bianco IGT Le Stinche a base Sauvignon e Chardonney (50/50%) dal vigneto “Croce di Bracciano” impiantato nel ’91, a c.ca 700m slm con 5.550 ceppi per Ha, sopra il Castello delle Stinche. I due vigneti sono vendemmiati a mano a 20gg l’uno dall’altro. Vengono poi affinata in solo acciaio. Si nota subito il bel giallo oro. In bocca un’acidità spiccata legata al sauvignon che fa connubio con i sentori di frutta esotica dello chardonnay.

A seguire i due Chanti Classico 2006, base e riserva.
Gran bei vini. Prodotti nel vigneto reimpiantato nel 1998, a sud del Castello di Lamole, le uve scelte sono state selezionate procedendo ad una vinificazione separata del base e del riserva in tonneaux. Del Riserva sono state prodotte 980 bottiglie.
Un Chianti Classico elegante ed emozionante. Dal rubuino tenue, è caratterizzato da profumi che richiamano il terroir di Lamole, dalla mammola, alla violetta, ai frutti di bosco, al ribes con leggere note di speziatura. In bocca bella corposità con un incredibile freschezza.

Porto via con estrema piacere un Antico Lamole Vigna Grospoli 2008 (ancora in affinamento) che Paolo Socci mi ha regalato con dedica; sarà degustato in una particolare occasione.

Un grazie di cuore a Paolo Socci per il trasporto con il quale mi ha raccontato la sua azienda e i suoi vini. Consiglio a tutti di fare un salto nel Lamole per scoprire di persona la zona e la Fattoria di Lamole.

Commenti

Post popolari in questo blog

Un bel pomeriggio con Giovanna Morganti a Le Boncie

Calice "MERAVIGLIA®"