Supertuscan: Fattoria Petrolo, Castello del Terriccio, Le Macchiole
Seconda puntata del Laboratorio per la Degustazione dei Grandi Vini del Mondo del 18/2.
Dopo la recensione dei Barolo (qui) degustati nel match Toscana vs Piemonte, oggi provo a raccontare le emozioni trasmesse dai vini Toscani.
Si parte con il Galatrona Igt Toscana 2007 - Fattoria di Petrolo
Secoli fa Galatrona era un feudo.
Oggi è un grande Merlot (100%) dell’azienda Fattoria Petrolo a Mercatale Valdarno, in provincia di Arezzo. L’enologo è Carlo Ferrini fra i più importanti in Italia, da cui deriva lo stile moderno dei vini che producono.
Il Galatrona è nato nel 1994 quasi come una scommessa.
Il vigneto Vigna del Poggio è a 350 metri di altezza, su terreni freddi, argillosi/sabbiosi, e fu su suggerimento del “Maestro” Gambelli che si decise di puntare ad un vitigno precoce.
11.000 i ceppi per ettaro allevati a cordone speronato basso con una resa per pianta di 500 g per ceppo.
Fermentazione in cemento vetrificato, e, dopo la malolattica, per 18 mesi in barrique nuove di Allier.
Risultato?
Un vino profondo, masticabile. Dal colore scuro e concentrato è quasi viscoso sulle pareti del bicchiere.
Al naso domina il frutto; note di ribes nero e mirtilli. Ci vuole un po’ perche si apra poi piano piano escono anche note di terra.
In bocca è imponente. Tannini ben presenti, con un leggero tono dolce di vaniglia in fondo.
E’ ancora un bimbo in fascie e la complessità deve ancora evolversi ma garantisce ottime prospettive. Elegante.
Il secondo Supertuscan degustato è stato il Lupicaia Igt Toscana 2006 – Castello del Terriccio
Un grandissimo vino di una grande azienda.
Lupicaia ogni anno riceve dalle maggiori guide, italiane o stranire che siano, i massimi riconoscimenti. Altrettando l’azienda che ricevette nel 2007 l’Oscar come miglior azienda dell’anno dall’AIS.
Castello del Terriccio è una tenuta di origini antichissime, già conosciuta al tempo degli Etruschi.
Fu nel XVIII secolo che, dopo l’abolizione del feudalesimo, il Castello del Terriccio venne trasformato in azienda agricola.
La famiglia Ferri l’acquistò nel primo dopoguerra trasforandola in un azienda agrigola dalla forte impronta vinicola e olivicola, oltre che per le colture biologiche di cereali (farro e frumento).
Fu ricevuta in eredità nel 1975 da Gian Annibale Rossi di Medallana che, visto il suo amore per i vini francesci, decise di produrre vini da uve internazionali. Anche per Castello del Terriccio l’enologo è Carlo Ferrini, assistito dall’enologo Giovanni Passoni.
Il Lupicaia è il vino simbolo della tenuta.
Nace nel ’93. E’ un blend a prevalenza di Cabernet Sauvignon (85%) con una pennellata di Merlot e Petit Verdot (in genere un 10% il primo, ma dipende dalle annate).
Nella Costa Toscana ha un habitat di elezione per i vigneti che hanno un’ ottima esposizione sud-ovest-sud rivolta verso il mare e un sottosuolo molto ricco in minerali.
La vinificazione e l'assemblaggio dei 3 vitigni avviene rigorosamente a parte, per poi essere messi a riposo per 18 mesi in barriques di rovere francese di Allier.
Dal colore rosso rubino con riflessi porpora ancora brillanti.
Al naso è strepitoso! Si apre lentamente con incredibili aromi di macchia mediterranea, note olivastre, di mirto, di eucalipto, di sottobosco, poi seguono note di frutta a bacca rossa, spezie dolci, e un leggero aroma mentolato (da qui si nota il Petit Verdot).
Chiudono note terziarie di tabacco dolce e pepe nero.
In bocca ha un espansione portentosa. Un buon tasso alcolico, un eccellente acidita' e tannini fitti e avvolgenti.
Un vino di Alta Maremma con personalità e una propria identità.
Da tenere in cantina ancora qualche anno, per apprezzarlo al meglio. Inimitabile.
Messorio 2006 IGT Toscana - Az.Agricola Le Macchiole
Le Macchiole nasce nel 1983. Lo scomparso Eugeni Campolmi comincia a bruciare le tappe anticipando scelte che hanno ad oggi reso famosi nel mondo i vini del Bolgherese.
Qualità e tipicita valorizzando il terroir, le condizioni pedoclimatiche della zona e con il massimo dell’impegno in vigna.
Dal 2002 Cinzia Merli Campolmi, dopo la scomparsa del marito Eugenio, si è rimboccata le maniche supportata dall’enologo Luca D’Attoma, portando l’azienda al top fra quelle in Italia.
E’ stato infatto nell’ottobre scorso che durante l’evento Premio Internazionale del Vino 2009 (creato da Franco M. Ricci e da RaiUno) ha ricevuto il premio come Migliore Azienda e Produttore (video).
Vigne piantate dal ’93 al ’98 con 10.000 piante per ettaro a cordone speronato doppio, guyot, con diradamento dei grappoli per non superare gli 800/1000 gr. per pianta.
Si estendono su terreni argillosi e di medio impasto con presenza di scheletro di origine alluvionale e frammenti di natura calcarea
100% Merlot, 20gg di fermentazione e macerazione, a cui seguono i 16/18mesi di affinamento di cui 50% in barrique nuove e 50% in botti da 112 hl. Meno di 10.000 bottiglie
Al naso il classico naso bolgherese, ampio e profondo. Frutta nera di bosco, fiori rossi, note di leggera macchia mediterranea, pepe e speziatura accompagnati da un bouquet mentolato.
Bell’acidità in bocca ben equilibrato, fresco e con tannini mai invadenti
Intenso e indimenticabile.
E se non basta... per il 2006 questi i premi:
WINE SPECTATOR 96
WINE ADVOCATE PARKER 98
VERONELLI G.B. 97
AIS DUEMILAVINI 5 Grappoli
GAMBERO ROSSO 3 Bicchieri
ESPRESSO 16,5/20
Dopo la recensione dei Barolo (qui) degustati nel match Toscana vs Piemonte, oggi provo a raccontare le emozioni trasmesse dai vini Toscani.
Si parte con il Galatrona Igt Toscana 2007 - Fattoria di Petrolo
Secoli fa Galatrona era un feudo.
Oggi è un grande Merlot (100%) dell’azienda Fattoria Petrolo a Mercatale Valdarno, in provincia di Arezzo. L’enologo è Carlo Ferrini fra i più importanti in Italia, da cui deriva lo stile moderno dei vini che producono.
Il Galatrona è nato nel 1994 quasi come una scommessa.
Il vigneto Vigna del Poggio è a 350 metri di altezza, su terreni freddi, argillosi/sabbiosi, e fu su suggerimento del “Maestro” Gambelli che si decise di puntare ad un vitigno precoce.
11.000 i ceppi per ettaro allevati a cordone speronato basso con una resa per pianta di 500 g per ceppo.
Fermentazione in cemento vetrificato, e, dopo la malolattica, per 18 mesi in barrique nuove di Allier.
Risultato?
Un vino profondo, masticabile. Dal colore scuro e concentrato è quasi viscoso sulle pareti del bicchiere.
Al naso domina il frutto; note di ribes nero e mirtilli. Ci vuole un po’ perche si apra poi piano piano escono anche note di terra.
In bocca è imponente. Tannini ben presenti, con un leggero tono dolce di vaniglia in fondo.
E’ ancora un bimbo in fascie e la complessità deve ancora evolversi ma garantisce ottime prospettive. Elegante.
Il secondo Supertuscan degustato è stato il Lupicaia Igt Toscana 2006 – Castello del Terriccio
Un grandissimo vino di una grande azienda.
Lupicaia ogni anno riceve dalle maggiori guide, italiane o stranire che siano, i massimi riconoscimenti. Altrettando l’azienda che ricevette nel 2007 l’Oscar come miglior azienda dell’anno dall’AIS.
Castello del Terriccio è una tenuta di origini antichissime, già conosciuta al tempo degli Etruschi.
Fu nel XVIII secolo che, dopo l’abolizione del feudalesimo, il Castello del Terriccio venne trasformato in azienda agricola.
La famiglia Ferri l’acquistò nel primo dopoguerra trasforandola in un azienda agrigola dalla forte impronta vinicola e olivicola, oltre che per le colture biologiche di cereali (farro e frumento).
Fu ricevuta in eredità nel 1975 da Gian Annibale Rossi di Medallana che, visto il suo amore per i vini francesci, decise di produrre vini da uve internazionali. Anche per Castello del Terriccio l’enologo è Carlo Ferrini, assistito dall’enologo Giovanni Passoni.
Il Lupicaia è il vino simbolo della tenuta.
Nace nel ’93. E’ un blend a prevalenza di Cabernet Sauvignon (85%) con una pennellata di Merlot e Petit Verdot (in genere un 10% il primo, ma dipende dalle annate).
Nella Costa Toscana ha un habitat di elezione per i vigneti che hanno un’ ottima esposizione sud-ovest-sud rivolta verso il mare e un sottosuolo molto ricco in minerali.
La vinificazione e l'assemblaggio dei 3 vitigni avviene rigorosamente a parte, per poi essere messi a riposo per 18 mesi in barriques di rovere francese di Allier.
Dal colore rosso rubino con riflessi porpora ancora brillanti.
Al naso è strepitoso! Si apre lentamente con incredibili aromi di macchia mediterranea, note olivastre, di mirto, di eucalipto, di sottobosco, poi seguono note di frutta a bacca rossa, spezie dolci, e un leggero aroma mentolato (da qui si nota il Petit Verdot).
Chiudono note terziarie di tabacco dolce e pepe nero.
In bocca ha un espansione portentosa. Un buon tasso alcolico, un eccellente acidita' e tannini fitti e avvolgenti.
Un vino di Alta Maremma con personalità e una propria identità.
Da tenere in cantina ancora qualche anno, per apprezzarlo al meglio. Inimitabile.
Messorio 2006 IGT Toscana - Az.Agricola Le Macchiole
Le Macchiole nasce nel 1983. Lo scomparso Eugeni Campolmi comincia a bruciare le tappe anticipando scelte che hanno ad oggi reso famosi nel mondo i vini del Bolgherese.
Qualità e tipicita valorizzando il terroir, le condizioni pedoclimatiche della zona e con il massimo dell’impegno in vigna.
Dal 2002 Cinzia Merli Campolmi, dopo la scomparsa del marito Eugenio, si è rimboccata le maniche supportata dall’enologo Luca D’Attoma, portando l’azienda al top fra quelle in Italia.
E’ stato infatto nell’ottobre scorso che durante l’evento Premio Internazionale del Vino 2009 (creato da Franco M. Ricci e da RaiUno) ha ricevuto il premio come Migliore Azienda e Produttore (video).
Vigne piantate dal ’93 al ’98 con 10.000 piante per ettaro a cordone speronato doppio, guyot, con diradamento dei grappoli per non superare gli 800/1000 gr. per pianta.
Si estendono su terreni argillosi e di medio impasto con presenza di scheletro di origine alluvionale e frammenti di natura calcarea
100% Merlot, 20gg di fermentazione e macerazione, a cui seguono i 16/18mesi di affinamento di cui 50% in barrique nuove e 50% in botti da 112 hl. Meno di 10.000 bottiglie
Al naso il classico naso bolgherese, ampio e profondo. Frutta nera di bosco, fiori rossi, note di leggera macchia mediterranea, pepe e speziatura accompagnati da un bouquet mentolato.
Bell’acidità in bocca ben equilibrato, fresco e con tannini mai invadenti
Intenso e indimenticabile.
E se non basta... per il 2006 questi i premi:
WINE SPECTATOR 96
WINE ADVOCATE PARKER 98
VERONELLI G.B. 97
AIS DUEMILAVINI 5 Grappoli
GAMBERO ROSSO 3 Bicchieri
ESPRESSO 16,5/20
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