Abruzzo di Sera... con i suoi migliori vini autoctoni. Il mio resoconto
La location è bellissima ovviamente. Il Chiostro di Bramante è spettacolare a livello d'arte, ma è giusto fare li un evento così pubblicizzato ed un conseguente numero elevato di partecipanti?
Io ero li sin dalle 19:00, orario di apertura al pubblico.
Più che una degustazione in banchi d'assaggio, mi è sembrata più una serata in discoteca. E menomale che alle 20:15 sono scappato, trovando file di persone all'ingresso che aspettavano di entrare. (Sembrava quasi di esser ai cancelli dell’Olimpico prima del derby).
Definito un "appuntamento da non perdere, una grande degustazione di vini abruzzesi, ad ingresso libero" mi trovo a dissentire su tutte e tre le affermazioni.
A ritroso ecco il perché:
1) Libero l'ingresso.
Pagando 5€ per un mini-calice … che possiamo portar via però :-)
Perché lo pubblicizzi con questo trucco? Per vedere affollato l'evento e poco godibile?
Fai pagare il giusto e vedrai che viene solo gente veramente interessata ad apprezzare/capire il vino.
Ieri sentivo molta gente ai banchi d'assaggio dire "mi dia un bianco / un rosso" …a me si "drizzavano i capelli"!
2) Grande degustazione dei vini abruzzesi.
Grande perché? In termini di quantità?
In questo caso si, i produttori erano numerosi, dai top ai meno noti.
Ma in termini di vini ai banchi d'assaggio?
Dal punto di vista di molti dei partecipanti non sempre conoscitori del vino (vedi sopra) posso capire le scelte delle bottiglie servite; ma dal mio punto di vista di sommelier AIS, mi chiedo perché i vini erano quasi sempre solo il "base" e non il loro "migliori vini autoctoni" così definiti nella pubblicità dell'evento.
3) Appuntamento da non perdere.
Meglio perdere appuntamenti sopravvalutati rispetto a quanto poi ti offrono.
IMHO ovviamente.
Per quanto mi riguarda ecco alcuni dei vini che ho degustato:
Cataldi Madonna
- Giulia 2010 (Pecorino): 86, naso pulito, bocca leggermente calda ma bella freschezza finale
- Montepulciano d'Abruzzo 2009: 85, ben distante dai loro Tonì e Malandrino
- Cococciola 2010 (Cococciola): 85, prima annata prodotta. Bella sorpresa
- Aldiano (Montepulciano) 2008 – 86, giovane ma promettente
- Anima (Trebbiano) 2010 – 83, non m’ha entusiasmato
- Inferi (Montepulciano d'Abruzzo) – 84, alcol eccessivo, da aspettare
La Valentina
- Spelt bianco (Trebbiano) – 85
- Effe 2010 (Montep. Rosato) – 86, gustoso, bel naso e bocca fresca
- Spelt rosso (Montep.) 2008 - 88 , buona complessità al naso, pieno in bocca con bel finale fresco (ma il Bellovedere dov’era?)
- Castello di Semivincoli 2009 (trebbiano) – 89, giovane ma una garanzia
- Marina Cvetic 2007 – 89, per me il migliore dell’azienda, lo preferisco anche al Villa Gemma che … ovviamente non era ai banchi d’assaggio.
- Chimera 2010 (trebbiano) – 86, discreto
- Rosso del Duca 2009 (Montep.) – 87, pepato, molto grintoso. Bella beva.
Pasetti
- Testarossa (Montep.) 2007 – 87, buono ma da spettare, ho preferito la magnum 2005 bevuta recentemente (qui)
Filomusi Guelfi
- Montepulcinao d’Abruzzo riserva 2006 – 88, bel naso e robusto in bocca
- Fonte Dei 2006 (Montepulciano d'Abruzzo): 90, ha vinto la serata. Naso ampio e carnoso in bocca, con incredibile persistenza.
Commenti
Approfitto invece di questo spazio per dire la mia sulle cose con cui non mi trovo.
E' un paradosso lamentarsi dell'ingresso libero. chi voleva entrare solo per un saluto ai produttori, per conoscere gli oli abruzzesi i semplicemente per curiosare, non era forse libero di farlo? Al limite del pretestuoso la polemica, probabilmente influenzata da un commento di Andrea Petrini, sul taschino e bicchiere a pagamento. Mi appare una scelta obbligata in una location esterna dove in caso contrario sarebbe stato necessario un lavoro di difficile gestione ed anche un probabile grosso spreco di vetro. Ripeto anche qui l'unica miglioria necessaria che a mio avviso avrebbe risolto gran parte dei problemi: l'apertura nel primo pomeriggio riservata ai soli operatori del settore con la possibilità da parte del produttore di presentare anche i suoi vini di maggior prestigio. Per "un aperitivo fuori dal comune" o per "un after dinner carico di fascino", così come d'altronde presentato sul depliant, i vini base possono anche andare.
Cercando di avere una visione a 360° continuo a pensare che sarebbe stato semplicemente necessario dividere l'evento in due fasi: una per gli operatori con "i migliori vini autoctoni", una per la categoria grande pubblico con il loro "aperitivo fuori dal comune" o "un after dinner carico di fascino". Le due categorie, entrambe necessarie, nello stesso frangente non ci si potrà mai illudere chiaramente che possano convivere :-)
Poche ma buone per me!
Poche ma buone per me!